ASCOLTARE E’ RICEVERE

ASCOLTARE E’ RICEVERE

Piccoli spunti di riflessione dentro le esperienze

Ascoltare. Per sua stessa natura, una dimensione propria della vita – e della musica. Ma il tema dell’ascolto mi porta a diversi pensieri e considerazioni non solo a partire dalla vita e dalla musica in se stesse, ma anche e soprattutto dalla musicoterapia, dai miei vissuti e dai riscontri che accolgo e raccolgo quotidianamente, poichè realizzo che esso caratterizza in modo costante ed inevitabile le dinamiche di ogni sessione, diventando così non solo una specifica tipologia di intervento (dove le persone sono chiamate ad ascoltare musica, suoni o vibrazioni), ma un presupposto sempre in atto che connota ogni singola esperienza, qualsiasi forma e contenuto essa abbia, per estendersi quindi alla vita tutta.

L’ascolto è un processo attivo, un processo passivo oppure ricettivo? Ascoltare è sempre un’azione volontaria o è anche qualcosa che accade senza un’intenzione precisa? 

Ciò su cui rifletto è che ascoltare è ricevere, e il ricevere lo concepisco come una sintesi tra l’atto volontario e l’assenza di intenzionalità. Da un lato è un processo attivo perchè comporta una disposizione, una partecipazione deliberata, c’è la volontà e la valutazione: so ciò che sto ascoltando, ne conosco la fonte e posso trarne delle inferenze, delle considerazioni, dei giudizi, emozioni e molto altro sui contenuti; può anche essere un dialogo diretto con qualcuno, in una sequenza di scambi nella reciprocità.

Ma c’è anche il farsi attraversare da vibrazioni che sono suoni, parole, colori, odori, sapori, persone, fatti, azioni: il suono non arriva comunque alla persona, anche se questa non sa di essere in ascolto? E ciò che quotidianamente ascoltiamo e quindi portiamo in noi e con noi, non è costituito da una moltitudine di processi inconsci e non attivi, dove suoni, parole, fatti, esperienze, vibrazioni di ogni tipo ci attraversano senza che noi ne siamo direttamente consapevoli? In musicoterapia questo può accadere nel caso in cui a ricevere sono persone che versano in stati  gravosi di salute, e si trovano nell’esperienza dell’ascolto senza esserne forse coscienti o non nella piena volontà personale.

In ogni caso mai siamo passivi. Come persone, siamo in continuo interscambio con l’ambiente: respiriamo, il cuore batte, l’organismo continua le sue funzioni fisiche vitali e tutto pulsa incessantemente intorno a noi e con noi; tutto ciò che si vive in un’esperienza di ascolto arriva e raggiunge il corpo, è registrata nelle strutture percettive, sensoriali e cognitive. La persona, tutto il suo linguaggio verbale e non verbale, corpo, gesti, mimica, postura è in continuo contatto con la realtà che la circonda, ed il fatto stesso di esistere costituisce sempre una comunicazione, dove la pura presenza è l’essere in relazione; l’atto stesso di esserci come viventi in uno spazio tempo vivente e vibrante non è mai neutro e fa accadere qualcosa: siamo in uno scambio incessante di materia ed energia.

Ricevere è un dialogo continuo, ininterrotto, un processo sempre condiviso in qualsiasi condizione dell’essere e in qualsiasi stato la persona si trovi. L’ascolto è la sua forma cosciente, in cui vibrazioni, suoni, note, ritmi, timbri si fondono e vengono registrati dalla persona nella sua totalità.

Rifletto ora sulla dimensione del silenzio come lo spazio in cui il ricevere diventa presenza, quasi un luogo sacro in cui permettiamo a ciò che è ascoltato di esistere e farsi strada in noi. Il silenzio è un dialogo attivo con la vibrazione dei nostri processi interiori, con le dinamiche del nostro esistere in corpo, emozioni, mente, anima. Il silenzio è la condizione dell’accoglienza di ciò che accade fuori di noi, dell’accettazione di ciò che si manifesta in noi e permane, nell’istante e nel suo divenire, ora, in questo modo e poi, in un altro modo, è il divenire, la trasformazione, l’evoluzione di un unico nucleo dell’anima. Il silenzio riceve l’ascolto e diventa conoscenza.

A partire da questi presupposti, cos'è il Ricevere in Musicoterapia?
  • E’ aprire i propri sensi ed il proprio corpo, mettere in moto l’udito, la vista, la voce, il movimento, sentirsi vibrare, accogliere ed accogliersi, collegare sinestesicamente i sensi per andare oltre, in una percezione omnicomprensiva.
  • Sintonizzarsi con il proprio ritmo interno e sintonizzarsi con il ritmo interno dell’altro. Riconoscere le proprie emozioni, permettergli di esistere e dargli lo spazio per manifestarsi.
  • Amplificare un processo già attivo, dove ascoltare è allo stesso tempo suonare e risuonare reciprocamente,  attivando risposte congruenti a ciò che l’altro manifesta, sperimentando occasioni di crescita, cambiamento. Dialogare nei gesti, nella postura, nei suoni distinti ed indistinti, nelle espressioni del viso e di tutto l’universo verbale e non verbale. E’ sintonizzare, rinforzare, confermare, rispecchiare.
  • Attivare funzioni cognitive come la memoria, l’attenzione, il riconoscere e il comprendere. Ascoltare è anche il pensiero che si fa strada dentro di noi che dal suono fa collegamenti, crea, intuisce, scopre, trova soluzioni.
  • Entrare nel movimento proprio e degli altri, spontaneo o desiderato e deliberato, strutturato o improvvisato. E’ mettere in gioco dinamiche di partecipazione e condivisione, contatto, espressione.
  • Attivare un processo di consapevolezza interiore, con l’autoosservazione, nell’autoascolto di sensazioni, percezioni, cambiamenti interni apportati dal suono. Riconoscere qualcosa di sè nella musica e vivere la propria musica come uno stato interno.
  • Stare semplicemente in silenzio ed accogliere la musica, sia essa fatta di suoni oppure della vibrazione della pura presenza.
  • Sperimentare il bello di ciò che si vive ascoltando, la bellezza di essere nella musica, sentirsi dentro il suono, diventare il suono stesso e vivere se stessi come musica. E’ la bellezza delle immagini e dei colori che ne possono nascere, dei ricordi che si animano, di altre musiche che attraversano la vita, le esperienze passate e presenti, le proiezioni dei desideri.

Ascoltare e Ricevere è il nuovo che incontriamo e che ci dice qualcosa, e non è mai neutro in se stesso. E’ lasciarci attraversare per portarci al cambiamento verso la nostra evoluzione.

Marzia Da Rold

Per informazioni: 331.4827177  –  marzia@lotoarmonico.it

 

 

 

 

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